Un'intervista ad Alessandro Rindolli, regista del film indipendente “Leviatano”, presto in uscita, da parte di Jacopo Bucciantini.

 

Ciao Alessandro, innanzitutto grazie di aver accettato questa intervista, vorrei iniziare facendoti una domanda sul titolo del tuo lavoro: Leviatano. Questo sostantivo mi ha immediatamente portato alla mente l'opera di Thomas Hobbes, ma a dire il vero i riferimenti potrebbero essere tanti, in questo caso perché tale scelta?

 

Ciao Jacopo, grazie a voi dell'interessamento. Ho scelto Leviatano come titolo per svariate ragioni: c'è da dire che il mio film si svolge in due linee temporali distinte ma collegate, ovvero durante la Seconda Guerra Mondiale ed alcuni decenni dopo, e che intendevo utilizzare una sola parola per il titolo. Leggendo il Vecchio Testamento mi sono imbattuto nella figura biblica del Leviatano, raffigurante la volontà di Dio, raffigurante un caos primordiale senza controllo, e mi è parso una calzante analogia col nazismo capace di un potere immenso e guidato da un folle.

 

Rimanendo nell'ambito delle citazioni, sbirciando tra le informazioni su Leviatano che si trovano online, è presente la dicitura “cuore di tenebra” alla fine di una descrizione del tuo lavoro; ha forse a che vedere con Joseph Conrad oppure è soltanto un caso?

 

A dire il vero, scrivendo un riassunto della trama ho cercato di scegliere le parole più adatte per comunicare ciò che il mio lavoro vorrebbe essere. In questo caso “cuore di tenebra” non si riferisce direttamente ad alcun autore, ma fa riferimento all'oscurità che si trova dentro ogni individuo e che emerge con forza dopo l'aver affrontato un trauma. Hitler, ad esempio, come tutti è stato un bambino una volta, eppure guarda in cosa si è trasformato... Vorrei specificare comunque che sebbene il mio film tratti di guerra ed olocausto, essi sono temi che fanno da mero sfondo: i veri protagonisti sono due personaggi comuni che in un altro film probabilmente avrebbero fatto da comparsa. Uno di essi si chiama Vittorio e vive la guerra a soli diciotto anni; la guerra lo cambia fortemente e solo affrontandola in prima persona questi riesce a capire cosa essa sia veramente. Intendo parlare del buio che si trova dentro di noi rispetto alle scelte che facciamo in situazioni difficili: “cosa si è disposti a far per la salvare la persona che amiamo?” è una domanda intorno alla quale ruota tutta la trama.

 

Tralasciando le citazioni, da cosa nasce l'idea di trattare di guerra ed olocausto? Non trovi che questi siano argomenti già molto scandagliati in ambito cinematografico, e non solo, che rendono quindi difficile una rivisitazione originale?

 

L'idea di girare Leviatano è nata nel settembre del 2015 quando questo progetto era solo nella mia testa, così come molte altre storie, e sarebbe dovuto essere un cortometraggio di circa cinque minuti da pubblicare su internet in occasione della giornata della memoria. Parlando della realizzazione dello stesso con Raimondo Riu, produttore del film, è emerso il suo vivo interesse per il lavoro ed abbiamo concordato che per valorizzarlo al meglio sarebbe stato necessario renderlo qualcosa di più di un semplice cortometraggio, giungendo a pensare quindi di girare un lungometraggio vero e proprio. In effetti poi sono numerosissimi i lavori che hanno avuto come perno la guerra e le relative atrocità, ma nel caso di Leviatano l'intera trattazione si concentra sull'aspetto psicologico, sull'intimità dei personaggi e non sugli avvenimenti in sé, per questo ritengo la storia essere originale e per questo credo di poter affermare che Leviatano sarà una novità, qualcosa che ancora non è stato fatto in un contesto del genere.

 

Come è stato possibile, con un budget da film indipendente, realizzare scene ed ambienti che risalgono a momenti storici così precisi e non facilmente riproducibili?

 

Ovviamente con finanziamenti piuttosto ridotti come i nostri non sarebbe stato possibile costruire set dal nulla ma per fortuna abbiamo trovato molti luoghi in Veneto, regione dove vengono girate tutte le scene, come borghi antichi, campagne aperte e costruzioni dal sapore nostalgico, quasi del tutto incontaminati, che ci hanno permesso di ricreare delle location praticamente perfette: è bastato nascondere qualche particolare attraverso escamotage tecnici che non hanno comunque richiesto l'uso del green screen, tecnica che abbiamo preferito non utilizzare, perché le ambientazioni che immaginavo prendessero forma calzante. Una scena di Leviatano si svolge dentro un campo di concentramento, per esempio, e sono bastate alcune ricerche sul territorio per trovare il sito perfetto allo scopo; in questa scena vorrei precisare che i prigionieri non sono stati etichettati con una fascia, come è accaduto realmente, ed ammetto che ciò sia un errore dal punto di vista storico, ma lo è stato anche dal punto di vista morale ed umano in precedenza e ho ritenuto giusto non ricommetterlo, anche solo per finta.

 

Puoi parlarci un po' degli aspetti più tecnici di Leviatano?

 

Pur essendo Leviatano un film indipendente abbiamo modo di far ricorso a strumenti altamente professionali come la videocamera, le cui riprese, tra l'altro, sono osservate costantemente mediante dei monitor ad alta definizione, un piccolo carrello, dei droni per le riprese aeree, molti microfoni ambientali e direzionali ed altri oggetti del genere. Inoltre io mi occuperò del montaggio video mentre degli esterni si occuperanno del doppiaggio e del montaggio sonoro, elementi che inizialmente non credevamo necessari ma che abbiamo compreso esserlo in seguito. Nonostante si possano studiare il cinema, la regia, le sue specificità, fino a quando non si è sul campo a far davvero pratica è difficile capire sul serio cosa significhi dirigere un film. Per quel che riguarda fotografia e riprese invece posso anticipare che sono stati sfruttati punti di interesse, campi lunghi e medi in maniera minore e sfocature a fuoco anche abbastanza duro, talvolta. Riguardo il cast c'è da dire che esso è formato prevalentemente da attori teatrali che hanno saputo facilmente adattarsi alla tipologia di recitazione richiesta per il progetto, ma all'interno di esso ci sono anche alcuni elementi che pur senza esperienze recitative precedenti, durante i provini hanno saputo esprimere una così intensa concentrazione emotiva, un così vivo talento, che è stato impossibile non volerli per il film; sono tutte persone molto corrette che hanno preso la pellicola seriamente e che si impegnano al massimo per portarne avanti la realizzazione.

 

Quando credi che Leviatano uscirà?

 

Francamente ad oggi aspetterei ad annunciare una data ufficiale, ma le riprese sono in fase di conclusione; esterni a cui sono state sottoposti degli spezzoni hanno apprezzato il lavoro, e quindi ritengo che per l'estate il film sarà fuori, subito dopo l'uscita del relativo trailer.

 

Sai già come divulgarlo?

 

Come dicevamo prima il film non sarà né un cortometraggio, né probabilmente un mediometraggio, per cui lo proporremo a tutti i festival di cinema che accettino lungometraggi, organizzeremo anteprime in giro per l'Italia ed inseriremo sottotitoli sia in inglese che in spagnolo, dato che farlo doppiare in altre lingue richiederebbe troppo denaro e tempo soprattutto, in modo da divulgarlo il più possibile.

 

Ti faccio un'ultima domanda: hai altri progetti cinematografici per il futuro?

 

Posso tranquillamente affermare di essere un individuo molto fantasioso ed ho tantissime storie in mente: Leviatano è una delle tante; se questa pellicola avrà un buon riscontro da parte del pubblico senza dubbio saranno realizzati nuovi progetti anche totalmente differenti; a mio avviso se un film è ben concepito allora è bello a prescindere dal genere. Sarebbe stupendo poter diventare un regista a tempo pieno, far di questa passione la mia professione, ma si dovrà vedere... intanto aspettiamo che Leviatano esca per pianificare poi il passo successivo.

 

Alessandro, ti ringrazio nuovamente per il tempo che ci hai dedicato e per le tue risposte. In bocca al lupo per Leviatano ed il futuro in generale.

 

Crepi il lupo, Jacopo, e grazie a voi per l'intervista.