Sabato 9 aprile, presso Librerie Universitarie nel quartiere di Novoli a Firenze, si è tenuta la presentazione dei libri “Una seducente sospensione del buon senso” di Giovanni Storti e Franz Rossi e “Al paradiso è meglio credere” di Giacomo Poretti.

 

Dinamismo, umorismo e vivo interesse sono stati gli elementi che hanno reso il pomeriggio passato insieme praticamente indimenticabile: nonostante la serietà delle tematiche relative alle due opere, Giovanni Storti e Giacomo Poretti (appartenenti -per chi non lo sapesse- al trio comico Aldo Giovanni e Giacomo) sono stati in grado di fondere l'arte per la quale sono divenuti celebri al grande pubblico con l'arte della scrittura, che a detta di Giacomo è una necessità creativa.

 

Innumerevoli gli argomenti toccati: dalle trame dei loro romanzi alle motivazioni che li hanno spinti a concepirli, dal legame che unisce il trio comico agli escamotage cinematografici utilizzati nei film; argomenti spontaneamente speziati attraverso sagaci battute, grottesche mimiche facciali e, soprattutto, interesse per le domande e le opinioni del pubblico presente.

 

Giovanni Storti e Franz Rossi hanno aperto l'appuntamento raccontando la nascita del loro secondo lavoro, individuata nella comune passione per la corsa, commista ad argomenti lasciati in sospeso rispetto al loro precedente scritto, dal titolo “Corro perché mia mamma mi picchia”. Nella più recente loro composizione letteraria hanno avuto modo di romanzare ciò che Franz Rossi chiama falsi nemici, ovvero quelle dimensioni comunemente considerate negative, quali ad esempio dolore, fatica e solitudine, che difatti possono trasformarsi nelle chiavi capaci di aprire le sbarre di quella prigione che talvolta è il buon senso, che impedisce di avvicinarsi ai propri limiti, in prossimità dei quali l'essere umano riesce a sentirsi veramente vivo.

 

Ha seguito un'introduzione di Giacomo Poretti alla propria produzione scrittoria, caratterizzata da un inizio radicale e sorprendente, ed incentrata sulla scoperta del metafisico, sulle domande esistenziali le cui risposte restano spesso ineffabili, e sul perdono degli errori commessi, all'interno di una storia che pare possedere un retrogusto etico-intenzionalista.

 

Prendendo la parola, Franz Rossi è entrato in seguito nel merito della trama di “Una seducente sospensione del buon senso”, ricca di citazioni e sviluppata in doppia-prima-persona, dato che il protagonista, Gilberto, parte per un viaggio accompagnato da Armstrong, cane di grossa taglia da poco adottato, e che i punti di vista mediante cui vengono filtrati gli accadimenti sono sia quelli dell'uomo che quelli dell'animale, compenetranti e complementari, atti alla visione ora razionale ed antropologica della realtà, ora istintiva e meno cosciente.

 

Giacomo Poretti ha continuato quindi la sua dissertazione intorno a “Al paradiso è meglio credere” illustrando il superamento, in termini di positività, della passione, paragonabile all'obiettivo dell'esistenza umana, da parte dell'ossessione, intesa come il completo assorbimento nella propria ispirazione, fino ad un'identificazione individuale con la ricerca in fase di compimento costante, che viene portata avanti di attimo in attimo, fino al termine della vita; momento in cui, in effetti, lo scritto succitato ha inizio.

 

Da qui in poi gli artisti hanno permesso al pubblico di porre loro qualsiasi domanda avesse voluto, fino a tardo pomeriggio, concludendo l'evento autografando le copie delle opere, prima della loro esibizione teatrale fiorentina.

 

È doveroso in una circostanza simile ringraziare sentitamente Librerie Universitarie che sono riuscite ad organizzare un evento di tale rilevanza, così come lo è ringraziare Giovanni Storti, Franz Rossi e Giacomo Poretti per aver accettato l'invito ed aver dato modo ai presenti di assistere, a tutti gli effetti, ad una presentazione come non se ne vedono, partecipe di ironia e spessore.

 

 

 

Jacopo Bucciantini.